F_07


Ho davanti una foto di mio padre
fine anni 50, primi anni 60
sta portando su le maniche della camicia
si vedono le mani dita lunghe e nodose
i baffi e i cappelli sono chiari
sulla fronte rughe profonde
due pieghe ai lati del viso
tra le labbra la sigaretta accesa
i pantaloni dovevano essere beige
ai piedi, che non si vedono
c’erano i sandali
perché era tempo di sandali


Doveva essere un mattino
di domenica
verso le undici, in attesa del pranzo
doveva essere festa al paese
c’erano i parenti venuti da lontano
sono loro che prendono la foto


Lo so, avresti ascoltato la banda
al concerto delle dodici
forse avresti portato a spalla il santo
poi la sera con la mamma
sotto la pioggia di luci
avresti comprato il torrone


Fisicamente ci somigliamo molto
le rughe, il naso
il desiderio di altro
la tua inquietudine
i giorni a guardare il fuoco
perso lungo l’ignoto


Posso dedicarti qualcosa
chi lo impedisce?
non certo tu
grosso naso
tra l’ombra degli occhi
elenco che non volevo essere
eppure eccomi
come te quando prendo la strada
a trascinare persone e cose
come per necessità


Aspetto momenti così
desidero la solitudine di quell’agire
l’essere coll’esistenza
in quel gesto che è tutta una vita


Potrei darti amore
comprensione
attenzione
le tue apparizioni diventano rare
ti allontani evanescente
ed io, solo
ti vorrei eterno


Finirai in questa foto bianco e nero
avrai sempre una sigaretta tra le labbra
i capelli soffici all’indietro
starai per sempre tirando su le maniche della camicia
colto dall’obiettivo in compiacente atto di sfida
e sarà sempre tempo d’estate
buco nero tra il naso e le rughe
dove io conosco
grandi e profondi occhi verdi


ora ricordo
ero lì, fuori campo
stavi parlando con me
quando ti hanno chiamato
per prenderti la vita

maggio 1994
ps: la foto del componimento la portavo nel portafoglio, dieci anni fa persi il portafoglio. Mi rimane questo resto che ho estratto da una foto di un’installazione realizzata negli anni 90.